Ieri, 30 giugno 2015, il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha sancito l’inizio di una nuova stagione per il complesso del Forlanini.
Noi abbiamo fatto un piccolo esperimento: consapevoli che chi la vede bianca e chi la vede nera, ci siamo letti il comunicato stampa del Presidente e poi, ognuno di noi, ha scritto su un foglio quali aspetti di questa vicenda lo avessero colpito di più; e questi sono i risultati:
- il fatto che si stia procedendo ad una pulizia ”totale” del complesso. Totale immaginiamo che significhi dell’esterno quanto dell’ interno del complesso, ridotto ormai ad una discarica ed ad albergo abusivo per i senza fissa dimora;
- la prospettiva che, sembra concreta, di trasferire in alcuni spazi del Forlanini Uffici Regionali attualmente ospitati in sedi in affitto, con un risparmio calcolato in 4 milioni di euro all’anno;
- l’annuncio dell’imminente emanazione di un bando per la raccolte di idee sull’utilizzo della struttura, con una finalizzazione prioritaria per le destinazioni culturali, di innovazione e per le start up sociali.
Un po’ condizionati dal tono del comunicato stampa istituzionale, le cose che ci hanno colpito di piu’ sono quindi quelle che riguardano il decoro del nostro territorio, gli interventi di contenimento della spesa pubblica, la valorizzazione del patrimonio pubblico con finalità pubbliche e non privatistiche.
Da quando dieci anni fa il Forlanini è uscito dalla programmazione sanitaria, la polemiche e le preoccupazioni si sono moltiplicate: da un lato sembrava che si dovesse indebolire l’offerta di servizi sanitari nel territorio; dall’altro la prospettiva che un bene pubblico si trasformasse in appartamenti o in alberghi privati faceva temere per la perdita di un bene comune.
Nel bene o nel male un decennio di incertezza si è chiuso; l’ipotesi di un processo partecipativo per stabilire quali siano i destini del patrimonio storico, architettonico e ambientale ci sembra un ottimo punto di partenza.
Per quanto riguarda la questione dei servizi sanitari ci sembra di poter dire, senza che nessuno ce lo abbia chiesto, e senza che ci sia bisogno del nostro parere, che anche la sanità romana abbia bisogno di sostenere quel trasferimento di risorse dall’ approccio ospedaliero a quello territoriale.
Si sta discutendo ad esempio della collocazione delle “Case della Salute”: quale collocazione migliore potrebbe avere se no nel Forlanini? Centrale, spazioso, servito dai trasporti pubblici, vicino a servizi ospedalieri qualificati: non manca davvero nulla.